Aumentano costantemente i casi di cittadini che subiscono tentativi di truffe bancarie online, telefoniche o tramite sms: dall’altra parte dello schermo o del telefono, un truffatore finge di essere l’istituto di credito del risparmiatore e lo convince a fornire consenso e dati di accesso, persino il riservatissimo OTP, chiave di accesso temporanea per svolgere operazioni sul conto online.

Di recente, esaminando il caso di un consumatore bolognese vittima proprio di questo tipo di truffa, il cosiddetto vishing, l’Arbitro Bancario Finanziario ha riconosciuto il diritto al risarcimento del cittadino, che se lo ero visto inizialmente rifiutare dall’istituto di credito. Vediamo come è andata e a che cosa fare attenzione, ricordando che tutte le sedi di Assoutenti Emilia Romagna sono disponibili a fornire assistenza in casi similari.

Il risparmiatore bolognese truffato

Come ricostruito da Helpconsumatori, nel maggio del 2020, un consumatore di Bologna aveva ricevuto una telefonata da parte di un soggetto che si era spacciato per un operatore della sua banca. Il pretesto era stato la necessità di un presunto prelievo non autorizzato sul suo conto e che quindi richiedeva un controllo. Il truffatore utilizzava il numero di telefono della banca ed era già in possesso di alcuni dati del risparmiatore, cosa che lo ha tratto in inganno inducendolo a comunicare il codice di sicurezza OTP (One Time Password) usa e getta ricevuto sul cellulare.

Insospettitosi per un SMS ricevuto poco dopo, che parlava di autorizzare un bonifico, il risparmiatore aveva contattato la banca scoprendo di essere stato truffato. Blocco della carta e denuncia alla Polizia Postale, non gli avevano comunque impedito di essere derubato per una cifra di 1.200 euro.

Vishing: il risarcimento negato

Alla richiesta di essere rimborsato per la truffa subita, il risparmiatore ha ricevuto un diniego da parte dell’istituto di credito che gli ha contestato la richiesta affermando di avere inserito messaggi di prevenzione delle attività fraudolente sia negli estratti conto inviati al ricorrente, sia sui portali e sugli ATM. Questi messaggi dicevano che la banca non chiede mai, con alcun mezzo, di fornire i codici di sicurezza OTP (One Time Password) usa e getta ricevuti sul proprio cellulare.

L’intervento dell’Arbitro a favore del risparmiatore

L’intervento dell’Arbitro Bancario Finanziario ha cambiato le cose a favore della vittima della truffa. In adeguamento alla recente normativa europea PSD2 entrata in vigore nel 2019, infatti, i sistemi di autenticazione richiedono un livello maggiore di autorizzazione delle operazioni: il solo codice OTP non è più sufficiente, insomma, e a tale normativa sono chiamati ad adeguarsi tutti gli istituti di credito, modificando le modalità di accesso ai servizi online e delle autorizzazioni delle disposizioni.

L’Arbitro (in una decisione datata 22 aprile) ha quindi riconosciuto il risarcimento al risparmiatore vittima della truffa: l’istituto di credito dovrà restituire l’intera somma di 1.200 euro indebitamente sottratta dal truffatore.

Se anche a te è capitato di incorrere in un caso simile chiedi la nostra assistenza scrivendoci a sportello@cambiapasso.it oppure utilizza il nostro form a fondo pagina.

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(Foto Radio Alfa)

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