I casi di contraffazione rappresentano una piaga tuttora difficile da risolvere. Il made in Italy, come tutto ciò che è lusso, è sempre desiderato, ma come si sa non è accessibile a tutti, visti i prezzi spesso esorbitanti. Il settore più coinvolto è di sicuro quello dell’abbigliamento.

Contraffazione: una truffa emblematica sventata a Imola nell’ottobre 2020

Il caso più evidente che si è avuto l’anno scorso in Emilia Romagna ha riguardato una coppia di coniugi di Imola, di età attorno ai 30 anni.

Entrambi erano incensurati e avevano iniziato a mettere in piedi un vero e proprio business incentrato sulla contraffazione: acquistavano online abiti di lusso, di importanti stilisti e accessori di case leader nel settore, come ad esempio Gucci, Prada, Michael Kors, Chanel, Louis Vuitton, Rolex, Armani, Hermes, Burberry, Colmar, Nike e Adidas e poi li rivendevano a prezzo maggiorato, ma comunque decisamente più basso rispetto agli originali, su Facebook.

Nello specifico, i due giovani coniugi di Imola si erano aperti un gruppo privato sul social network per antonomasia, che aveva iniziato a riscuotere un successo evidente con oltre 500 iscritti.

Proprio qui si improvvisavano anche modelli, visto che si divertivano a fare da testimonial dei capi di abbigliamento contraffatti che vendevano. Li indossavano e postavano le foto su Facebook. Queste ultime risultavano sempre molto commentate e in tanti tra gli iscritti al gruppo privato giudicavano positivamente i vestiti e gli accessori, perché almeno di primo acchito tutto sembravano fuorché falsi. In realtà, erano solo contraffazioni decisamente ben riuscite.

L’intervento della Guardia di Finanza di Bologna si è rivelato decisivo per mettere a freno questo business che da tempo andava avanti. Una volta entrati nell’appartamento dei coniugi, hanno identificato un centinaio di capi di abbigliamento delle marche più famose nel panorama internazionale della moda, procedendo al loro sequestro.
Il commercio illegale è stato così bloccato a seguito di intense indagini durate mesi, dove le Fiamme Gialle hanno effettuato accurati controlli anche sulle reti sociali, dove di gruppi privati clandestini ce ne sono oramai sempre di più.

I due coniugi sono stati smascherati grazie a un cliente che era fortemente intenzionato a comprare nuova merce, come si era evinto da numerosi post su Facebook. Così, i militari iniziarono a fare appostamenti sotto l’appartamento della coppia. E nel giro di qualche ora, individuarono un corriere pronto alla consegna di un pacco alquanto voluminoso.

Qualche ora dopo, sul gruppo Facebook privato vennero pubblicate diverse foto, raffiguranti i capi contraffatti che erano appena giunti a destinazione.
E da quel momento è iniziata la perquisizione che ha smascherato questo business clandestino. I due coniugi avevano un apposito bollettario, dove avevano annotato in modo certosino tutte le informazioni relative alle vendite.

Quello in questione non è di certo l’unico caso di contraffazione abbigliamento in Emilia Romagna.  La contraffazione del made in Italy è un business che vale 32 miliardi di euro.

La tematica della contraffazione dei prodotti made in Italy è da sempre dibattuta su più fronti. A tal proposito, vale la pena citare una statistica condotta dall’OCSE nel 2018. Pur non essendo tra le più recenti, rientra di sicuro tra le più accurate nel mettere in evidenza come i falsi incidano negativamente sulla nostra economia. Gli introiti derivanti dai prodotti contraffatti che violano i brand registrati a livello nazionale, tre anni fa avevano toccato quota 32 miliardi di euro, una cifra impressionante, dato che rappresenta il 3,6% di tutte le vendite che è in grado di realizzare l’imprenditoria manifatturiera italiana sia all’interno del mercato domestico che all’estero, in termini di esportazione.

I dati d’altronde sono chiari: la quota di prodotti soggetti a contraffazione e a pirateria, a livello di importazione nel mercato italiano, supera i 12,4 miliardi di euro. Per approfondire i danni del mercato della contraffazione puoi leggere questo articolo: Il mercato del falso cos’è e perché ci danneggia

Vero o falso? A chi rivolgersi in caso di dubbi

Se abbiamo acquistato un prodotto e non siamo certi della sua originalità è bene che ci mettiamo subito in contatto con il fabbricante richiedendo tutte le spiegazioni del caso. In caso fossimo certi che quello che ci è stato venduto è un falso, presentare regolare denuncia alle Forze dell’Ordine è la sola mossa necessaria per mettere la parola fine alla contraffazione. 

Assoutenti Emilia Romagna e la sua testata editoriale Cambiapasso sono molto impegnati nella tutela del cittadino anche di fronte al fenomeno della contraffazione: se hai bisogno del nostro aiuto contattaci attraverso il nostro sportello virtuale sportello@cambiapasso.it

(D.F.)

Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2018

 

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